Ni no Kuni

4 Giugno 2020 0 Di Akumetsu

Quando la vita della loro migliore amica Kotona è vicina a sparire, Yu e Haru si imbarcheranno in un viaggio per poterla salvare. Scoprite dove porterà in Ni no Kuni.

Ni no Kuni

Ni no Kuni

Trama


Yu è un ragazzo rimasto orfano in tenera età a causa di un incidente, durante il quale ha anche perso l’uso delle gambe. Il suo carattere però non lo hai mai fatto abbattere, ed affronta la vita a testa alta. Anche grazie a questo è riuscito a farsi dei carissimi amici come Haru, atletico e spensierato e Kotona, ragazza solare e con la testa sulle spalle.

Un giorno, mentre sta tornando a casa, la ragazza si accorge di essere seguita da uno strano individuo. Spaventata, Kotona inizia a scappare e chiama i suoi due amici per avere supporto. Solo Yu risponde, il quale corre immediatamente in soccorso dell’amica, nonostante le sue possibilità. Purtroppo per lui all’arrivo assiste ad una scena scioccante: la ragazza è stata pugnalata al ventre, assistendo impotente peraltro all’atto dell’aggressore, non riuscendo a raggiungerlo a causa della sua carrozzina. Fortunatamente Haru lo raggiunge, avendo visto le chiamate dei suoi amici e si carica la ragazza in braccio per portarla al più vicino ospedale. Mentre Haru corre disperato, non si rende conto del sopraggiungere di un camion che sembra stia per travolgerli nonostante l’intervento tempestivo di Yu. Aprendo gli occhi i due amici si ritrovano in un luogo completamente diverso da Tokyo, con strani vestiti addosso, privi dei loro smartphone ma soprattutto senza la loro amica Kotona. Mentre cercano di rendersi conto di cosa stia accadendo si rendono anche conto che Yu è in piedi, sulle proprie gambe, mentre incita Haru a cercare l’amica.

Se i ragazzi siano morti oppure no è solo il primo dei misteri da svelare di Ni no Kuni.

Scheda


Scheda Film

Titolo Originale Ni no kuni
Regia Yoshiyuki Momose
Sceneggiatura Akihiro Hino
Studio Oriental Light and Magic
Musiche Joe Hisaishi
Produttore Italiano Netflix

Recensione


Amici, vi parlerò di Ni no Kuni nella sua versione animata, ammettendo di non conoscere la sua versione originale, ovvero il videogioco.

Il prodotto di Level-5 è davvero di buon livello, che tutti hanno avvicinato ai lavori di Miyazaki, il che ha aumentato la mia curiosità, anche per capire se e quanto fosse calzante questo paragone. Basta guardare anche un solo Trailer per capire a cosa ci si riferisce, ovvero al character design utilizzato che effettivamente ricorda tantissimo quello del Sensei dello Studio Ghibli. Sin dalle prime battute i personaggi, i colori e le ambientazioni vi faranno subito pensare ad un prodotto dello Studio Ghibli ma, come si dice, diffidate dalle imitazioni! Non voglio credere che Level-5 abbia preso una scelta dettata dal voler fare una sorta di pubblicità fraudolenta, oppure scimmiottare lo stile, perché il film è realizzato con la volontà di fare un prodotto d’animazione di livello. Però basta guardare per più tempo e con non molta attenzione in più, per rendersi conto di quanto Ni no Kuni si distacchi dal ben più blasonato Studio Ghibli.

Per quanto il character design Sia vicinissimo, è altrettanto vero che solo quello è il punto di vicinanza tra i due mondi: già passando alle creature dell’Altro Mondo ci si trova di fronte ad un design diverso, così come le ambientazioni, i colori e soprattutto le animazioni. In questo titolo è fatto uso di una buona dose di animazioni in CG, anche di bassa qualità, poco armoniose rispetto al resto. Altro punto, forse il più importante che distingue i due mondi, è la storia, non tanto in quanto ciò che vuole narrare, ma come lo narra.

La trama di Ni no Kuni non è brutta, anzi, riesce a portare su schermo amore, gelosia, lotte di potere ma anche scelte importanti e critiche; il problema è che la narrazione è discontinua, altalenante, poco armoniosa, con i personaggi che si piegano al volere della trama e che sembrano cambiare forzatamente. Mi spiego meglio: Haru per la maggior parte del Film sembra un beota, incapace di fare praticamente due più due anche di fronte a concetti semplici ed obiettivi; in alcune parti della trama diventa invece Sherlock Holmes, con un acume tale da poter ridicolizzare il Detective di Baker Street con un ragionamento complicatissimo che nasce in 3 secondi.
Molti punti sono oscuri, e lo resteranno fino alla fine, ma che sono determinanti per la trama e ne consegue che solo tramite delle forzature sia possibile andare avanti.

Parliamo poi dei personaggi che sono praticamente quasi tutti abbozzati, fatta eccezione per Yu, Haru e la principessa Astrid. Si potrebbe obiettare che il target di pubblico a cui questo Film è rivolto potrebbe non necessariamente implicare chissà quale profondità, ma non sono assolutamente d’accordo. Per quanto voglia strizzare l’occhio anche ad un pubblico più giovane, questo prodotto non è per bambini, anzi: quando si parla di determinazione anche nell’uccidere una persona per il bene di un’altra, o di guerra, o di amore, non lo si fa a cuore leggero. Il film vuole, o meglio vorrebbe fare capire l’importanza della determinazione nel raggiungimento dei propri obiettivi, a prescindere dalle difficoltà e dal percorso da intraprendere; questi concetti non sono realizzati da un pubblico troppo giovane o comunque giovane, e non sono neanche calato in un contesto narrativo vicino a questo tipo di pubblico o in modo da avvicinarlo.
Tornando ai personaggi, la poca definizione degli stessi, non permette di sentirci in affinità con essi, restando quindi sempre fuori dal Film; inoltre la mancanza di un nemico degno di questo nome, impedisce anche una bella parte finale. In 5 minuti circa il povero cattivone deve spiattellare perché fa quello che fa, lasciando poi lo spettatore anche privo della possibilità di apprezzare, eventualmente, le sue motivazioni.

Ad ogni modo lo scontro finale è abbastanza banale, con un colpo di scena che definirlo forzato è un eufemismo.
Si arriva così ad un finale in parte scriptato (dopo circa 30 minuti ormai era chiaro come sarebbe finito) in parte assurdo. Il colpo di scena mostrato alla fine dalla mente geniale di Haru, sarebbe anche notevole se fosse stato costruito bene! Invece, per il percorso narrativo, per ciò che è Haru, sembra solo una mega fandonia, una sorta di verità che ci si vuole raccontare per rendere tutto più bello.

In definitiva il mio giudizio finale su Ni no Kuni non può essere positivo: se vi aspettate degli allievi dello Studio Ghibli all’opera (magari fuorviati dal character design) allora non guardatelo proprio, non è il Film per voi. Questo titolo si fa anche guardare, avrebbe anche un buon potenziale, ma è stato sfruttato male, costruito peggio e ci si ritrova di fronte ad un prodotto finale che non è né carne né pesce.

Trailer