Yasuke

27 Maggio 2021 0 Di Akumetsu

In un Giappone dilaniato da guerre intestine, tra mecha ed incantesimi un samurai decaduto cerca un nuovo scopo. Entrate nel mondo di Yasuke.

Yasuke

Yasuke

Trama


Yasuke è un ex samurai alla deriva; l’uomo è dilaniato dal senso di colpa per non essere riuscito a proteggere fino alla fine il suo signore e benefattore Oda Nobunaga, colui che lo ha liberato dalla schiavitù e gli ha concesso l’onore di diventare uno dei suoi pilastri.

Yasuke si è così rifugiato in un lontano villaggio nelle montagne, nel quale si è reinventato come barcaiolo, attività che gli permette di sopravvivere e di bere fino ad addormentarsi tramortito.

Un giorno però una cantante del villaggio gli chiede di poter scortare lei e sua figlia Saki su per il fiume per incontrare un dottore che potrebbe guarire la bambina da una malattia cronica; anche se riluttante, il suo senso del dovere lo spinge ad accettare, iniziando quindi un viaggio che lo getterà tra le fauci del suo triste passato.

Sulle tracce della bambina c’è infatti la Yami no Daimyo, colei che ha infranto i sogni di conquista del suo compianto signore Nobunaga.

Scheda


Scheda Anime

Titolo Originale Yasuke
Autori
  • LeSean Thomas
  • Flying Lotus
Regia
  • LeSean Thomas
  • Takeru Satō
Sceneggiatura
  • Nick Jones Jr.
  • Alex Larsen
Studio MAPPA
Musiche Flying Lotus
Produttore Italiano Netflix
Episodi 6 [Vai a Lista Episodi]
Curiosità Il personaggio di Yasuke è ispirato all’omonima figura storia realmente esistita del primo samurai di colore della storia giapponese, uno dei generali di Oda Nobunaga durante l’Epoca Sengoku

Recensione


Amici, Yasuke è un’opera che considero più una delusione, un’occasione mancata, piuttosto che un Anime da ricordare con piacere.

Il motivo è da ricercare principalmente nella presenza indistinta di troppi elementi diversi senza alcuna contestualizzazione, che hanno solo lo scopo di aumentare la spettacolarità di un’opera che ha di base degli ottimi punti a suo favore.

Partiamo come sempre dalla trama, che è di base estremamente lineare dopo una prima fase di mistero intorno alla figura di Saki. La semplice lotta di potere però è arricchita dal tipo di narrazione, soprattutto nella prima parte della breve serie, che ci porta ad approfondire la conoscenza del vissuto di Yasuke. Uno dei pregi è quello di aver attinto alla storia del Giappone, reinterpretando la figura del primo ed unico samurai di colore della storia giapponese. Così come viene descritto nella serie, Oda Nobunaga liberò dalla schiavitù l’uomo riconoscendone le qualità morali e l’onore, elevandolo ad uno dei suoi fedelissimi guerrieri. Da questi elementi però poi la storia si discosta dall’originale, per delineare un guerriero forte prima nell’etica e nella morale, poi sul campo di battaglia; proprio perché si sente colpevole della morte del suo nobile signore, Yasuke è tormentato dal suo passato, non riuscendo a trovare un motivo per andare avanti; sarà soltanto l’arrivo di Saki nella sua vita a cambiare tutto, a destarlo dal proprio torpore ed a ricondurlo a quell’onore che lo ha portato ad essere il temibile Samurai Nero.
Riprendendo in mano la sua vita, Yasuke sarà determinante per la risoluzione della trama, grazie anche ad un rapporto di reciproco affetto e complicità con la bambina.

Alla figura fiera, delineata di Yasuke, si contrappone la piccola Saki, una bambina che sarà costretta dagli eventi a crescere in fretta, a maturare, per affrontare un nemico ben al di là della sua comprensione. Tra una forzatura e l’altra, la piccola riuscirà ad essere un’ottima partner per il Samurai Nero, giungendo ad un finale buono, ma non pienamente soddisfacente.

Così come per l’intera serie che pone elementi i più disparati senza contestualizzarli, il finale rispecchia appieno questo stile, con tanti interrogativi ancora senza risposta ed un senso di forte incompiutezza.
Se il dissidio interiore, i nobili valori di Yasuke ed il contrasto con un mondo che sta cambiando, che dimentica i valori per sacrificarli sull’altare del potere sono elementi che conferiscono un’intrigante verve all’Anime, tanti sono gli elementi che mi hanno lasciato interdetto.

Il primo è la presenza di troppi elementi diversi che si fondono senza però un senso, oltre alla spettacolarità.
In un Giappone feudale in tutto e per tutto, in cui ci sono contadini che vivono nelle classiche case di paglia, che camminano scalzi, che lavorano i campi con gli animali da soma…si combatte anche con l’ausilio di mecha: questi possono volare, sparare raggi di energia oppure, nel caso di uno dei membri dei mercenari che si metteranno sulle tracce di Saki, sono dei veri e propri automi dotati di intelligenza artificiale, di trasformarsi a seconda delle modalità di combattimento e avere anche delle divertenti conversazioni con i compagni. Tutto questo accade nella totale indifferenza, come se fosse la cosa più naturale del mondo ma… com’è possibile? Chi li costruisce? Perché?

Così come esistono gli stregoni che possono attingere a poteri i più disparati e, anche in questo caso, avviene come se fosse la cosa più naturale del mondo. Tra mutaforma, mecha, entità demoniache e sottospecie di sciamani portatori di Stand che JoJo levati proprio, tutto accade nella maniera più naturale del mondo. Lo spettatore, che non vive nella realtà narrativa e che ne viene catapultato, non può vivere tutto questo in maniera naturale, non può viverlo con la stessa naturalezza dei personaggi mostrati; la spettacolarità degli scontri è assicurata, su questo non c’è dubbio, ma sembra la classica “americanata”, il tripudio di sangue, esplosioni e combattimenti a dispetto di una trama abbastanza lineare e scarna.

Altro elemento negativo sono le forzature: Saki sarà la regina indiscussa di questo elemento, passando da un estremo all’altro della bilancia dell’equilibrio.

Giustamente la bambina non è consapevole dei propri poteri, non sa fin dove si estendono, da dove provengono, cosa può fare e soprattutto le provocano dei seri contraccolpi sul suo fisico. Però se si possono giustificare “exploit magici” dettati da momenti di forte stress, non trovo giustificabili momenti in cui vola, lancia energia dalle mani, fa volare oggetti, per poi tornare ad essere incapace neanche di spostare una ciocca di capelli col pensiero. Oppure quando in un momento cruciale grida “non ce la posso fare!”, le viene detto che invece può farcela, e lei diventa la figlia di Dr. Strange overpowered. Tutto questo poi vive il suo non plus ultra nel finale, che è sì spettacolare, ma non lineare dal mio punto di vista.

Lungi da me il criticare o giudicare un artista come LeSean Thomas, però personalmente non apprezzo la spettacolarità a discapito della trama; piuttosto mi piacciono molto di più serie che possono anche non essere straordinarie nei combattimenti o negli scontri ma avere una trama convincente e coinvolgente sotto tutti i punti di vista. L’equilibrio forse è uno degli aspetti che apprezzo in generale, elemento che qui non riesco a vedere.

Tecnicamente parlando Studio Mappa per me fa un passo indietro, seguendo gli sbalzi insiti nella costruzione dell’Anime: il character design non è sempre curato, le scene in CG sono avulse dal resto mentre i personaggi principali, le scene più importanti ed i combattimenti che vedono protagonista Yasuke e Saki sono estremamente curati e dal livello altissimo.

Per me che ho visto questa serie dopo Jujutsu Kaisen è stato un duro colpo, visto che l’adattamento della serie di Gege Akutabi rappresenta per me un capolavoro totale!

In definitiva Yasuke non è una serie che io possa consigliare, ma non mi sento neanche di sconsigliare.

È in definitiva una breve serie con del potenziale, con un grandissimo protagonista ma che non è centrata, non ha equilibrio. Una serie che può sicuramente avvincere per spettacolarità uno spettatore meno avvezzo alla concretezza della trama ed una sua linearità, ma che potrebbe sicuramente fare storcere il naso a chi come me, cerca sempre il massimo.

Trailer