BNA: Brand New Animal
30 Luglio 2020In un mondo diviso tra comuni esseri umani e uomini bestia, la giovane Michiru dovrà scegliere a quale mondo appartenere: iniziate il viaggio in BNA – Brand New Animal.
Trama
Il mondo di BNA è un mondo parallelo al nostro, diverso per un’unica caratteristica: oltre ai comuni esseri umani, esiste anche un’altra razza predominante, gli uomini bestia.
Queste creature, come suggerisce il nome, hanno una doppia natura, quella umana e quella bestiale. Da normali esseri umani possono infatti trasformarsi in animali antropomorfi, caratteristica che non è affatto vista di buon occhio.
Dopo anni di lotte tra umani e uomini bestia è stata istituita Anima City, l’unica città al mondo che accoglie tutti gli uomini bestia, senza alcuna distinzione, dando loro l’opportunità di vivere in piena libertà la loro natura, senza paura né restrizioni.
È ad Anima City che Michiru, protagonista della serie, vuole andare in quanto è un uomo bestia molto particolare. La ragazza è nata da genitori umani, ha condotto una vita come una ragazza qualsiasi, fino a quando un giorno, improvvisamente, ha assunto le sembianze di una ragazza Tanuki e non è stata più in grado di tornare umana.
Da quel momento si è chiusa in se stessa, fino a quando ha trovato il coraggio di lasciare la sua casa e la sua famiglia, per recarsi ad Anima City e trovare una cura per la sua condizione.
È in questo luogo che Michiru incontrerà un uomo lupo, Shiro, che darà inizio alla più straordinaria delle avventure!
Scheda
Scheda Anime
Regia | Yō Yoshinari |
Sceneggiatura | Kazuki Nakashima |
Studio | Trigger |
Musiche | mabanua |
Produttore Italiano | Netflix |
Episodi | 12 (completa) [Vai a Lista Episodi] |
Recensione
Amici, BNA – Brand New Animal è l’ennesimo capolavoro dello Studio Trigger che ancora una volta, mettendo in campo la propria anima, realizza un prodotto nuovo rispetto ai suoi precedenti titoli, completo, intenso, che prende al cuore senza se e senza ma.
Partiamo dalla trama che potrebbe subito farvi pensare a Beastars, così come Promare poteva farvi pensare a Fire Force, ma proprio come nel caso dell’ultimo Film d’Animazione dello studio, anche in questo caso è solo un paragone superficiale.
La differenza sostanziale è da riscontrare nel fatto che mentre Paru Itagaki ha creato un universo narrativo in cui la presenza umana non è contemplata, in questo mondo invece esiste e gli stessi uomini bestia possono assumere liberamente anche l’aspetto umano.
Questo porta ad una discriminazione razziale di fondo che coinvolge in prima persona la povera Michiru che vive tragicamente la propria trasformazione, non soltanto come cambiamento interno, a causa dello smarrimento di se stessa, ma anche esterno, con una forte discriminazione da parte degli altri esseri umani. Sin dall’inizio lei non accetta la propria natura, decidendo di arrivare ad Anima City proprio nella speranza di trovare una cura. La dicotomia degli opposti che lo Studio Trigger infonde in ogni sua opera colpisce ancora, con una nuova interazione fantastica. Alla giovane Michiru che vuole tornare umana viene contrapposto Shiro, un fiero uomo lupo che si erge come il difensore degli uomini bestia e che odia profondamente il genere umano. Shiro è il protagonista che tutti vorrebbero in una serie e sin da subito colpisce per il suo fascino: è forte, talmente forte da sembrare imbattibile, saggio, intelligente ma tutto questo viene compensato da una profonda chiusura verso il mondo umano, tanto da limitarlo profondamente e privarlo in qualche modo di parte della sua gloria. Se riesce ad instaurare un dialogo prima, e a conoscere pian piano Michiru poi è principalmente per il suo aspetto da uomo bestia, e successivamente grazie alle straordinarie capacità della ragazza.
Nel corso della serie infatti scopriremo che Michiru potrà modificare il proprio corpo, assumendo caratteristiche di altre specie animali: possenti braccia di gorilla, velocissime gambe di ghepardo, ali di albatros, insomma un potenziale infinito che la ragazza inizierà a sfruttare sempre di più, addentrandosi contemporaneamente nel mondo degli uomini bestia. Dopo i primi episodi introduttivi infatti i due si entreranno sempre più nel mondo dell’altro, instaurando un dialogo profondo, che permette allo spettatore di capire quanto la discriminazione razziale sia logorante, così come sia difficile vivere in una società in cui solo la forza fisica è determinante, come quella degli uomini bestia. La trama di BNA vuole aprire gli occhi allo spettatore su due concetti fondamentali:
1 – la chiusura verso chi è diverso da noi è solo un modo per depauperare la coscienza e
2 – chi siamo non è determinato da come sembriamo nell’aspetto, a quale razza apparteniamo o da chi gli altri vogliono che noi siamo. Ciò che siamo è ciò che noi vogliamo essere, e questo processo non può nascere se non attraverso un approfondito, aperto e maturo confronto con gli altri.
La bellezza narrativa di BNA non è data solo da questi fattori, ma anche da una serie di sottotrame, che si ricollegheranno alla perfezione e che porteranno ad un finale epocale, in pieno stile Trigger.
Grazie alla stupenda definizione dei personaggi, possiamo assistere ad una trama quanto mai ricca ed avvincente.
Oltre a Michiru e Shiro, i due che più cresceranno nel corso dell’Anime, tutti gli altri personaggi influiranno sulla trama e saranno determinanti.
Partendo dalla sindaca, passando per lo sconclusionato Jackie per giungere poi a Nazuna e soprattutto Alan Sylvasta, il vero Deus ex Machina di questa serie, un personaggio che definire magistrale è dir poco. In lui è racchiusa la quintessenza della parte ottusa della nostra “umanità”, che nel finale darà modo di riflettere. Alan è un personaggio subdolo, ma dai modi talmente eleganti e gentili che sarà difficile poterlo accusare praticamente di qualcosa fino alla fine. Personalmente ho atteso fino all’ultimo di poter dire “lo sapevo” ma la trama è scritta così bene che c’è stata una parte della serie in cui credevo di essermi totalmente sbagliato.
Un’antagonista con i controfiocchi che vi farà adorare ancora di più BNA.
Tecnicamente parlando Studio Trigger si conferma essere uno dei migliori nel panorama nipponico e non solo, con un bellissimo character design, che è evoluto o semplicemente cambiato rispetto alle precedenti opere, soprattutto a Gurren Lagann e Kill La Kill. In questa serie il tratto è più morbido, ma sa essere vigoroso quando serve. Le animazioni poi sono spettacolari, tanto nelle scene “tranquille” quanto in quelle d’azione o rocambolesche, con un tripudio di energia incredibile negli scontri, soprattutto nel finale della serie.
Un altro plauso che va fatto non tanto alla serie quanto a Netflix è stato affidarsi ad uno Studio di doppiaggio con I controfiocchi, creando un team di doppiatori ricco di eccellenze che può annoverare nel suo team anche doppiatori del calibro di Pietro Ubaldi, giusto per fare un nome. La loro interpretazione dei personaggi è stata magistrale e ha reso questa serie ancora più bella.
BNA – Brand New Animal è per me un vero capolavoro, una serie dinamica, divertente, ricca di opposti e contraddizioni ma che spingono alla riflessione sulla vita, sulla nostra umanità, un qualcosa che trascende la propria natura per regalarci una perla da conoscere e fare conoscere. Chiamatemi anche fan boy dello Studio Trigger ma questa serie per me è a dir poco eccellente! La consiglio vivamente a tutti voi, non ve ne pentirete!