Kill La Kill

27 Novembre 2014 3 Di Akumetsu

Kill La Kill è un anime dove combattimento e sentimento sono legati a doppio filo l’uno all’altro.

Kill La Kill

Kill La Kill

Trama


La protagonista è Ryuko Makoi, una ragazza che è alla ricerca dell’assassino del padre, o per meglio dire dell’assassina. Dopo diverse ricerche ha infatti scoperto che molto probabilmente l’omicida responsabile della sua perdita è Satsuki Kiryuin, capo studentesco dell’accademia Honnouji. Non è difficile credere che una semplice studentessa liceale possa compiere un omicidio se la studentessa in questione ha trasformato l’istituto in un vero e proprio stato militare che , combattimento dopo combattimento, sta assoggettando con la forza tutti i principali licei e accademie del Giappone. Per andare a fondo della faccenda Ryuko si reca nell’accademia Honnouji, dove subito fa la conoscenza di Mako Mankanshoku, una ragazza svampita e allegra che subito le diventa amica nonostante Ryuko non le mostri il minimo affetto o attenzione. Mentre le due stanno parlando dell’organizzazione dell’accademia, fa la sua entrata Satsuki con i suoi superquattro, ovvero i membri del consiglio studentesco che le fanno anche da guardia del corpo: Ira Gamagoori, Uzu Sanageyama, Houka Inumuta e Nonon Jakuzure; Ryuko si rivolge immediatamente a lei senza paura, accusandola di aver ucciso suo padre e Satsuki ammette la sua colpevolezza. Presa dall’ira Ryuko sfodera una spada dalla forma di mezza forbice e si lancia sulla sua rivale ma viene interrotta dal presidente del club di pugilato che, con una divisa fuori dall’ordinario, la sconfigge in men che non si dica. Il divario di potenza è troppo elevato e prima che Satsuki si ritiri, promette alla ragazza che, qualora riuscisse a superare tutti i membri dei club della scuola e sconfiggere i suoi superquattro, lei sarà disposta a svelargli tutta la verità. Mako accoglie la malconcia Ryuko e le spiega che i membri dell’accademia indossano i Goku, delle uniformi speciali che conferiscono poteri straordinari a chi le indossa. Gli studenti indossano quelle a una stella, i presidenti a due, mentre i superquattro ben tre stelle. Dopo essersi ripresa, Ryuko torna a visitare i resti dell’abitazione del padre e accidentalmente cade in un laboratorio segreto. Qui s’imbatte in un’uniforme parlante creata dal padre per proteggerla, e che è un Kamui, ovvero un indumento composto al 100% da Fibre Viventi! Per sfruttare il suo potere il Kamui ha bisogno del suo sangue e della sua accettazione, che aumenterà il loro potere esponenzialmente. Ryoko decide di fidarsi di lui, Senketsu (così lo chiamerà) e il giorno dopo si reca di nuovo all’accademia Honnouji accettando la sfida di Satsuki e battendo, con estrema facilità, il suo avversario del giorno precedente con i nuovi poteri liberati da Senketsu. Comincia così l’avventura assurda, pazzesca, emozionante e appassionante di Kill La Kill!

Schede


Scheda Anime

Titolo Originale Kiru ra Kiru
Autore Trigger
Regia Hiroyuki Imaishi
Sceneggiatura Kazuki Nakashima
Studio Trigger
Musiche Hiroyuki Sawano
Episodi 24 (completa) +1 OAV [Vai a Lista Episodi]
Curiosità Imaishi ha preso ispirazione per lo sviluppo di Kill La Kill delle pronuncie giapponesi di alcune parole, per la precisione:

  • fashion (ファッション fasshon) e fascismo (ファッショ fassho)
  • uniforme scolastica (制服 seifuku) e conquista (征服 seifuku)
  • kiru (キル) (nel titolo) può significare uccidere (キル), tagliare (切る) oppure indossare (着る)

Scheda Manga

Titolo Originale Kiru ra Kiru
Autore Trigger
Editore Kadokawa Shoten
Collana Young Ace
Tankobon 3 (Completa)
Genere Shonen

Recensione


Amici non potete immaginare quanto questa serie mi abbia preso e soltanto le mie parole possono aiutarmi a rendere l’idea. Partiamo dal presupposto che mi sono avvicinato a questa serie soltanto perché i padri della serie hanno realizzato quel capolavoro di Gurren Lagann! Questo perché la serie si presentava come una storia molto banale e senza particolarità, in via teorica, con l’utilizzo di parecchio fan service e situazioni ecchi. Con tali caratteristiche, 11 volte su 10, non mi accosto neanche lontanamente alla serie in questione poiché le caratteristiche menzionate mi fanno perdere interesse; ritengo infatti che una serie che sfrutta situazioni compromettenti e/o imbarazzanti e/o per i corpi nudi o quasi delle sue protagoniste per essere apprezzata, abbia ben poco da dare a livello qualitativo. Kill La Kill è sicuramente l’eccezione che conferma la regola, ma, di corpi nudi o quasi ne ho visti a bizzeffe e in tutte le volte questi non sono stati mai volgari, mai squallidi, ma soprattutto erano da contorno a una trama che ha una forza assolutamente incredibile. Il ritmo e la carica che vengono espressi nei 24 episodi di questa serie mi hanno ricordato alcuni dei motivi che mi hanno fatto adorare Gurren Lagann e che sono il marchio di fabbrica del duo Imaishi/Nakashima. A prescindere da tutto, gli episodi si susseguono a un ritmo sempre più incalzante ma mai approssimativo o superficiale, con forza e intensità sempre crescente, espressa dai colpi di scena e i punti cruciali della Trama, dai personaggi e dalle musiche, che sono cucite alla perfezione sulla serie. Quello che mi sorprende più di tutto è la capacità di coinvolgimento espresso, la forza con la quale ci si trova legati alle vicende di Ryoko, Senketsu e Satsuki nonostante una trama che di base è…una completa idiozia! Questo perché la Fibra Vivente è una razza aliena che vuole dominare il genere umano e sfruttare l’intero pianeta per diffondersi nello spazio facendo esplodere il pianeta, sistema che ha sempre utilizzato sin dall’alba della sua creazione. Arrivata sulla Terra milioni di anni fa, si è legata agli esseri più evoluti del pianeta, il genere umano, e ha permesso loro di evolversi per poi lasciarli al loro destino attendendo il picco più alto della loro evoluzione e adempire il loro scopo. Se questa è una delle verità nascoste dietro Kill La Kill, potete capire la mia perplessità nello scoprire che tutto gira anche intorno a questo; eppure amici, tutto viene narrato così bene, sviluppato in maniera così complessa e semplice al tempo stesso che, non potrete staccarvi da questa serie, anche una volta scoperto questo dettaglio assurdo. Ma questo non è il solo espediente assolutamente insensato o quasi di questa serie:

  • Tutti i protagonisti per esprimere a pieno il potenziale della propria divisa (Goku o Kamui) dovranno mostrarsi sempre più svestiti
  • Il gruppo che lotta contro i cattivi si chiama Nudist Beach (spiaggia di nudisti), il cui capo Aikuro Mikisugi è un esibizionista che sfrutta ogni occasione per mettersi nudo in pose provocanti e sexy
  • La nudità dei membri di Nudist Beach viene coperta da una sorta di fluorescenza (non è censura ma è realizzata proprio così) sui capezzoli e le parti basse
  • I combattimenti non sono mai seri al 100% e quasi in tutti ci sarà qualcosa di comico o imprevisto che smonterà la tensione e il pathos raggiunti fino a quel momento
  • Durante gli scontri si potranno assistere a cambi di prospettiva (un nemico per evitare un altro roteerà su se stesso in 2D come fosse un disegno) oppure a movimenti super veloci realizzati con dei semplici tratti della matita
  • Momenti imbarazzanti causati dalla nudità di Ryuko, dall’essere spiata all’essere messa in imbarazzo da Mako.

In più la comicità è sempre dietro l’angolo e non passa un episodio senza che abbiate riso. Tutto questo però non cela riflessioni serie su elementi cardine della serie: il fatto dei vestiti e della moda come strumento per la diffusione della fibra vivente nel mondo per i piani di conquista, può far pensare a quanto sia preponderante nella nostra società l’abbigliamento e di quanto possa effettivamente “schiavizzare” ed essere“schiavizzante” nella società odierna. Lo stesso movimento di Nudist Beach nasce come forma di libertà dalla fibra vivente, ma anche come ribellione/emancipazione intellettuale. Liberarsi dai vestiti significa liberarsi dai preconcetti della gente comune sul vestiario, essere liberi di pensare indipendentemente e spingersi verso nuovi orizzonti. L’essere umano è nato nudo, questa è la sua condizione naturale, secondo Nudist Beach, cioè l’uomo è nato libero da qualsiasi tipo di vincolo; per questo è ancora più significativo che l’arma definitiva non sia altro che una forbice, in grado di tagliare il filo “rosso” della fibra vivente, che è dello stesso colore del filo del destino nell’immaginario culturale. Il rapporto poi che si viene a creare tra abito e persona, più precisamente tra divise e personaggi della serie è la rappresentazione della vita reale: abiti qualsiasi, nel momento della loro attivazione, si trasformano in tute da combattimento che esprimono l’anima stessa dell’indossatore, permettendo di esprimere il 100% delle potenzialità della persona. Nella vita reale, chi ha un proprio stile riesce a esprimerlo, anche attraverso il proprio vestiario, lo rappresenta, che in maniera plateale e allo stesso tempo velata mostra il nostro vero carattere. Chi segue la moda senza curarsi se questa possa o no esprimere il nostro io, significa non avere idea su chi siamo e cosa possiamo fare, a cosa possiamo ambire.
La determinazione è fondamentale in tutta la serie, così come la forza dei propri sentimenti, come quelli che nasceranno tra Ryuko e Mako, ma soprattutto tra Ryuko e Senketsu, un rapporto di amicizia sincero e profondo, nel quale si da tutto se stessi per la felicità dell’altro.
Kill La Kill rappresenta una serie che riesce a conciliare gli opposti, che forse potrebbe essere considerata un passo indietro rispetto a Gurren Lagann, ma un passo di lato rispetto a quest’ultima, poiché è riuscita a infondere in una maniera del tutto personale e nuova, la passione, il coinvolgimento e l’azione che ho amato nella serie precedente.
Vi chiedo dunque di ascoltare il mio consiglio e di abbandonare per i primi episodi le vostre idee e i vostri gusti: non ve ne pentirete! Kill La Kill è una serie fantastica, straordinaria e per tanti tratti pazza, ma proprio per questa deve essere assecondata!

VideoRecensione



 

Trailer