Tokyo Godfathers

19 Agosto 2013 0 Di Hiruma

Tokyo Godfathers, liberamente ispirato al film In nome di Dio (1948), è uno dei più bei film del maestro Satoshi Kon che l’ha scritto, diretto e disegnato.

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Trama


È la vigilia di Natale; Hana, Gin e Miyuki sono tre senzatetto che, rovistando tra i sacchi di immondizia, trovano una neonata abbandonata. Hana, travestito omosessuale, la ritiene un dono del cielo e, per questo, vorrebbe tenerla; tuttavia Gin, vagabondo alcolizzato, e Miyuki, ragazzina scappata di casa, vorrebbero portare la bambina alla polizia. I due riescono, infine, a convincere Hana a tenerla soltanto per una notte. L’indomani, però, Hana riesce a convincerli a cercare i genitori della piccola senza l’aiuto della polizia seguendo i pochi indizi presenti nella culla dov’era adagiata la piccola. Talvota depistato da quegli stessi indizi, il terzetto passa la settimana che intercorre tra natale e capodanno affrontando mille peripezie che li metterenno faccia a faccia con il loro passato finchè non riusciranno a ritrovare i fantomatici genitori della bambina.

Scheda


Scheda Film

Titolo Originale Tokyo Godfathers
Regia Satoshi Kon, Shôgo Furuya
Soggetto Satoshi Kon
Sceneggiatura Satoshi Kon, Keiko Nobumoto
Studio Madhouse
Musiche Moonriders, Keiichi Suzuki
Produttore Italiano Columbia TriStar
Anno 2003

Recensione


Ancora una volta il maestro dell’animazione padre di capolavori quali Paprika, Perfect Blue e Millennium Actress dimostra la grandissima capacità di scavare nel cuore dei suoi personaggi e tirarne fuori un preciso e dettagliato profilo psicologico. Più lineare rispetto alle altre opere, Tokyo Godfathers pone l’accento sulle fasce più degradate di Tokyo: i barboni senzatetto protagonisti della storia dimostrano di avere tutti una particolare storia alle loro spalle; spalle su cui portano ancora un gran peso. Inoltre vi è uno spiccatgo senso di giustizia e morale: interessante è l’atteggiamento stesso con cui Hana, Gin e Miyuki si pongono di fronte alla tragica situazione in cui si ritrovano. L’importanza della famiglia, il rispetto, l’omosessualità, la perseveranza, sono le tematiche principali di una grande opera che merita davvero di essere guardata e ascoltata con grande attenzione. Immancabile nei film di Satoshi Kon è la follia, le malattie mentali: il dolore della perdita, la paura dell’abbandono tutto ciò porta a sviluppare una certa dose di follia che, seppur meno accentuata rispetto agli altri film, rimane un elemento portante delle opere del maestro.

Trailer